I miei studi precedenti
Web, New Media, UX e IA.
Provengo dal mondo della comunicazione, ed in particolare da quello legato al web e ai nuovi media digitali, settori che hanno sempre suscitato in me grande interesse e curiosità. Una curiosità che durante gli anni scorsi mi ha così tanto motivato fino ad ottenere una Laurea in Lingue Moderne per il Web all’Università degli Studi di Palermo e a proseguire poi il mio percorso presso l’Istituto Europeo di Design di Roma; qui ho conseguito un Master di specializzazione in Web Media Design e frequentato successivamente un Corso di Formazione Avanzata in User Experience Design (UX) e Architettura dell’Informazione (IA).
E quindi?
Cosa c’entra il Videomaking?
Lo so, ti starai chiedendo qualcosa tipo: “E quindi cosa diavolo c’entra l’arte del Videomaking con tutta questa roba strana che hai studiato in precedenza?”. C’entra, c’entra. Fidati e continua a leggere!
Mancava il video
Un linguaggio affascinante.
Per molto tempo ho dunque lavorato in ambiti prettamente legati alla progettazione di interfacce, alla cura dell’esperienza utente, allo sviluppo a 360° di siti web, ma anche in contesti correlati ai social media, al Graphic e al Visual Design. Insomma, ne ho fatte un po’ di tutti colori! Mancava però il video, un linguaggio di comunicazione che, insieme alla fotografia, mi aveva da sempre affascinato, ma che, per una serie di ragioni, non avevo mai avuto la possibilità di studiare ed approfondire. Anche perché, a dir la verità, intorno al 2012 (anno in cui ho terminato gli studi presso lo IED di Roma), quello del Videomaking era ancora un settore pressoché di nicchia; un ambito professionale rivolto perlopiù ai media tradizionali e all’interno del quale era possibile accedere soltanto dopo aver affrontato un importante investimento economico, sia per quanto riguarda la formazione che relativamente all’acquisto di un’attrezzatura adeguata.
Qualcosa è cambiato
Il video si è diffuso rapidamente.
Con il trascorrere degli anni, alcune novità hanno cambiato le carte in tavola:
La democratizzazione del video
Da appassionato a professionista.
Insomma, una serie di avvenimenti e di trasformazioni tecnologiche hanno provocato una sorta di terremoto all’interno del settore del Videomaking; un terremoto che ne ha generato una conseguente democratizzazione. Cosa vuol dire? Vuol dire che da chiuso, circoscritto e riservato a pochi addetti ai lavori, il mondo del Videomaking, specie quello indipendente, si è aperto a centinaia di migliaia di appassionati sparsi in ogni parte del globo, me compreso. Persone che hanno potuto trasformare la propria passione, la propria vocazione e la propria curiosità in una vera e propria attività professionale. Persone che lavorano a vario titolo grazie e attraverso il video e che ogni giorno producono, pubblicizzano e condividono sui social media – YouTube in primis – una quantità infinita di contenuti nei confronti dei quali ognuno di noi è quotidianamente esposto.